Menu
prenota

Storia della Coca Cola, la bevanda americana più famosa

Dicembre 19, 2024

Quando parliamo di prodotti alimentari americani, sicuramente ce ne vengono in mente alcuni che rappresentano pienamente il Made in USA. Dal tacchino nel Giorno del Ringraziamento, alla cheesecake per completare il pasto, passando per i milkshake per addolcire la giornata e l’iconico hamburger, protagonista della storia a stelle e strisce, sono tante le pietanze che sintetizzano la gastronomia americana.

E se pensiamo alle bevande, c’è un brand che più degli altri ci porta negli Stati Uniti, la Coca Cola, senza dubbio una delle bibite più iconiche e consumate al mondo. Fondata nel 1886 ad Atlanta, in Georgia, la sua storia è intrecciata con quella della cultura americana e ha influenzato profondamente il panorama globale delle bevande analcoliche.

Le origini della Coca Cola

La Coca Cola fu creata dal dottor John Stith Pemberton, un farmacista e chimico di Atlanta, capitale dello Stato della Georgia. Il nostro protagonista stava cercando di sviluppare un tonico per alleviare il mal di testa e altre affezioni. Nello specifico, la sua miscela subì varie evoluzioni e la reale origine della bevanda che tutti conosciamo ha dei contorni poco entusiasmanti. Il farmacista, infatti, soffriva di depressione e di dolori continui dovuti a una vecchia ferita che si era procurato durante la Guerra di Secessione e, per questo, assumeva grandi quantità di morfina. Per curare la sua dipendenza, creò quello che può essere definito l’antenato della Coca Cola, che conteneva una certa quantità di vino. Con l’arrivo del proibizionismo, introdotto in Georgia prima di altri Stati, Pemberton dovette modificare la ricetta, togliendo la componente alcolica.

Combinò sciroppo di zucchero, un estratto di foglie di coca, che conteneva piccole quantità di cocaina, noci di cola, ricche di caffeina e per sbaglio versò acqua frizzante. Era il 1886, e l’8 maggio, Pemberton servì la prima Coca Cola al suo negozio, il Jacobs' Pharmacy. Il nome gli fu suggerito da Frank Mason Robinson, un suo socio, come sintesi delle due componenti principali, ovvero le foglie di coca e le noci di cola.

I problemi finanziari e di dipendenza dalla morfina portarono Pemberton a vendere la formula a un imprenditore di Atlanta, Asa Candler, nel 1888, anno in cui il farmacista morì per un cancro allo stomaco, in povertà e a soli 56 anni.

L’ascesa della Coca Cola

Asa Candler fu colui che trasformò la Coca Cola in un marchio commerciale, grazie a strategie di marketing innovative, come l'uso di cartelloni pubblicitari e la distribuzione gratuita di campioni.

La bevanda divenne rapidamente un punto di riferimento negli Stati Uniti, e nei primi anni del 1900, la produzione iniziò a espandersi a livello nazionale. Durante la Prima Guerra Mondiale, fu promossa come simbolo di unità e patriottismo, e le vendite aumentarono vertiginosamente.

Negli anni '40 e '50, la Coca Cola iniziò la sua espansione internazionale. La bevanda fu introdotta in Europa e in altre zone del mondo, diventando un simbolo della cultura americana. Durante questo periodo, si iniziò a diversificare la sua offerta, introducendo varianti come la Diet Coke e la Coca Cola Zero. Le campagne pubblicitarie, come "I'd Like to Buy the World a Coke" degli anni 70, hanno contribuito a consolidare l'immagine del marchio come simbolo di felicità e comunione.

Negli anni '80, la Coca Cola affrontò sfide significative, tra cui l’inasprirsi della cosiddetta "guerra delle cola", con l’altro brand Pepsi, iniziata a fine 1800. Nel 1985, la compagnia lanciò la "New Coke", una formula nuova, ma il prodotto fu accolto con forte opposizione dai consumatori, portando al ripristino della ricetta originale. Questo episodio evidenziò l'importanza della tradizione e dell'identità del marchio. Negli anni '90 e 2000, la Coca Cola continuò a innovare, introducendo nuove bevande e ampliando la sua gamma di prodotti.

Oggi, il brand rappresenta una delle aziende più grandi e riconosciute al mondo, con una vasta gamma di prodotti che include non solo le bibite gassate, ma anche succhi, tè, caffè e acqua. La società ha anche avviato iniziative di sostenibilità, mirando a ridurre l'impatto ambientale e a promuovere l'uso responsabile delle risorse. Le campagne pubblicitarie continuano a enfatizzare valori come la comunità e la condivisione, mantenendo la Coca Cola un punto di riferimento nell'era moderna.

La Coca Cola “trasparente” in Unione Sovietica

Una delle storie più curiose che orbitano intorno alla Coca Cola, riguarda la Guerra Fredda e l’Unione Sovietica. Durante il secondo conflitto mondiale, il generale sovietico Georgij Zhukov aveva avuto modo di assaggiare la bevanda e se ne innamorò fin da subito. Pur essendo alleati, la bevanda era sinonimo dell’imperialismo USA e per questo, l’uomo chiese a un generale americano di creare una variante che potesse essere consumata in URSS senza creare problemi con il Governo centrale. Mark Clark, questo il suo nome, interpellò addirittura l’allora presidente degli Stati Uniti Harry Truman che incaricò l’azienda di produrre una Coca Cola diversa.

Così nel 1946, in un impianto di imbottigliamento austriaco vennero prodotte le prime bottiglie di Coca Cola trasparente, per confonderla con la vodka, e il colore bruno venne tolto grazie all’eliminazione del caramello, senza alterarne il sapore.

Zhukov e tutto il popolo russo poterono così bere l’iconica bevanda senza problemi, fino agli anni 70, quando in Russia arrivò ufficialmente la sua rivale più famosa, la Pepsi, che divenne il primo prodotto made in USA ad essere commercializzato nell’Unione Sovietica. Ma questa è un’altra storia.

Babbo Natale e la Coca Cola

Un’altra storia molto conosciuta riguardante la Coca Cola, è quella relativa a Babbo Natale e al suo abito rosso e bianco. Molti, infatti, credono che i colori furono introdotti dall’azienda di Atlanta, ma si tratta unicamente di una leggenda metropolitana.

In origine Babbo Natale, o meglio Santa Claus, era diverso ed era rappresentato con l’abito verde e bianco, ma nel XIX secolo l’illustratore Thomas Nast cominciò a disegnarlo nelle sembianze che tutti conosciamo, alternando il vestito sia nella versione originale che in quella rossa e bianca.

Quando negli anni 30, Coca Cola iniziò a pubblicizzare la sua bevanda con l’immagine di Babbo Natale, scelse ovviamente la variante rossa e bianca, in linea con i colori del suo logo. I manifesti ebbero subito un grande successo e rimasero impressi nella memoria di tutti. Nel corso degli anni, quindi, prese piede questa credenza secondo la quale Babbo Natale rosso sia stato inventato dalla Coca Cola ma, come detto, non è vero.

Developed by 
 Company Make Up
crosschevron-down
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram