Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, con una varietà di preparazioni che riflettono le diverse culture e tradizioni.
L’Italia è sicuramente un punto di riferimento planetario per quel che riguarda la preparazione di questa bevanda, uno dei simboli del Made in Italy, malgrado la pianta non sia ovviamente originaria del nostro Paese. Dal nord a sud, le persone gustano a ogni ora del giorno il caffè, nell’iconica versione Espresso, il cui successo è stato tale da mantenere anche fuori dai nostri confini la dicitura in italiano. In alcune zone, come a Napoli, è un vero e proprio rito, con la famigerata “tazzulella 'e café” che non può mai mancare, così come l’altrettanto noto “caffè sospeso”, altra tradizione partenopea.
Oltre all’espresso, la variante più diffusa è certamente il caffè americano. Sebbene entrambi provengano dai chicchi della stessa pianta, le loro caratteristiche, preparazioni e sapori sono notevolmente diversi.
L'espresso ha origine in Italia all'inizio del XX secolo. La prima macchina per espresso fu inventata nel 1901 da Luigi Bezzera, che cercava un modo per preparare la bevanda più rapidamente. Questo metodo di estrazione utilizza alta pressione per forzare l'acqua calda attraverso il caffè macinato finemente, producendo un risultato concentrato e ricca di sapore. La ricetta è diventata rapidamente popolare in Italia e ha dato origine a una serie di varianti, come il cappuccino e il macchiato.
Il caffè americano, invece, come suggerisce il nome, affonda le radici nella cultura caffettiera degli Stati Uniti. Si narra che durante la Seconda Guerra Mondiale, i soldati americani in Europa, per adattare il sapore intenso dell'espresso a quello del caffè più diluito a casa, aggiungessero acqua calda, in una pratica ormai consolidata che ha dato vita alla versione Made in USA, che è diventato la variante più consumata nei diner e nei bar a stelle e strisce, durante la colazione o come accompagnamento di uno dei dolci tipici americani,con il refill che è un must.
Se l’espresso si è diffuso enormemente anche in Nordamerica, con innumerevoli locali gestiti da italiani e per la presenza di una grande comunità italoamericana, che hanno contribuito al suo successo, l’americano per molto tempo ha trovato il “muro” dei puristi di questa bevanda, ma negli ultimi anni sta conquistando un pubblico sempre più vasto, anche grazie all’apertura di punti vendita di importanti aziende americane del settore.
L'espresso viene preparato utilizzando una macchina per espresso, che utilizza una pressione di circa 9 bar. I chicchi di caffè vengono macinati finemente e pressati in un portafiltro. L'acqua calda viene poi forzata attraverso il caffè per circa 25-30 secondi, producendo un piccolo ma intenso shot di caffè, caratterizzato da una crema densa e un aroma intenso. La quantità di caffè utilizzata per un espresso è generalmente di 7-9 grammi per una dose singola. A casa, si usa ovviamente la moka, che replica in buona sostanza il processo della macchina, ma ormai sono in commercio da anni le macchinette automatiche con la cialda da inserire, per un risultato rapido e di ottima qualità.
Il caffè americano è preparato in modo diverso. Si può utilizzare una macchina per caffè a filtro, una French press, o anche una macchina da espresso. Se si parte da un espresso, si aggiunge acqua calda per diluirlo. Il rapporto standard è di circa 1 a 2 o 1 a 3 di espresso ad acqua, a seconda delle preferenze personali. Questa preparazione produce una bevanda più leggera rispetto all'espresso, con un volume maggiore, solitamente servita in tazze più grandi. Sia presso i locali che presso le case si usa la stessa macchina, la classica con la caraffa in vetro che si riempie gradualmente.
L'espresso è noto per il suo sapore intenso e complesso. La preparazione ad alta pressione estrae oli e composti aromatici in modo più concentrato, risultando in un caffè ricco, corposo e con una nota di amaro. Gli amanti dell'espresso apprezzano la sua crema, che offre una sensazione di morbidezza al palato e racchiude gli aromi volatili. Si può aggiungere zucchero, o “macchiarlo” con un po’ di latte, caldo o freddo ma, almeno stando a quello che dicono i veri intenditori, si dovrebbe consumare rigorosamente al naturale, amaro e senza zuccheri o dolcificanti, per assaporare pienamente il suo gusto e capire la qualità dei chicchi.
Il caffè americano, essendo diluito con acqua, presenta un sapore più leggero e meno intenso rispetto all'espresso. La sua consistenza è più fluida e meno densa, il che lo rende più facile da bere in grandi quantità. Tuttavia, la bevanda può mantenere una certa complessità aromatica, a seconda della qualità dei chicchi utilizzati e della tecnica di preparazione, e si può aggiungere ovviamente zucchero, latte, crema di latte o panna.
Come detto, in Italia, l'espresso è parte integrante della cultura alimentare. Viene consumato principalmente al bar, spesso sorseggiato rapidamente in piedi, e rappresenta un momento di pausa nella giornata. Gli italiani tendono a berlo senza aggiungere zucchero e a preferire porzioni ridotte, durante la colazione o come fine pasto. Essendo ricco di caffeina, si consiglia il consumo entro metà pomeriggio, per non compromettere il sonno, ma dipende dalle preferenze personali. Per coloro che soffrono di ipertensione o altri disturbi cardiaci, deve essere bevuto con assoluta moderazione.
Negli Stati Uniti, il caffè americano è spesso visto come una bevanda da colazione o un accompagnamento durante il giorno. È comune trovarlo in grandi tazze e viene servito in caffetterie e diner. Le grandi catene Made in USA offrono un menù con una gamma di varianti praticamente infinite, con gusti, aggiunte e guarnizioni di ogni tipo.