L'hamburger, oggi sinonimo di fast food e cultura popolare, ha una storia affascinante che risale a secoli fa. Questo piatto, che ha conquistato il palato di milioni di persone in tutto il mondo, e che viene considerato uno dei piatti tipici degli Stati Uniti, è frutto in realtà di un'evoluzione culturale e culinaria che attraversa continenti e epoche, partendo dal Vecchio Continente per poi affermarsi sul suolo a stelle e strisce, diffondendosi definitivamente in ogni angolo del Pianeta, divenendo una delle pietanze più consumate a livello globale, con i grandi classici senza tempo ma anche varianti che affondano le radici nelle tradizioni alimentari di singoli Paesi e viene venduto non solo nelle hamburgherie e nei fast food, ma è presente anche nei menù dei diner (come il nostro) e dei ristoranti.
Le origini dell'hamburger possono essere ricondotte alla Germania, e più precisamente alla città di Amburgo, come suggerisce il nome. Nel XIX secolo, i macellai di questo importante centro portuale tedesco, iniziarono a servire carne di manzo tritata, cucinata e speziata, sotto forma di "Hamburg steak" (bistecca di Amburgo). Questo piatto divenne popolare tra i marinai e gli immigrati che viaggiavano verso gli Stati Uniti, portando con sé l'usanza di consumare carne macinata.
L'hamburger arrivò in Nord America grazie per l’appunto agli immigrati tedeschi, ma la sua ascesa a piatto iconico avvenne solo all'inizio del XX secolo. Diverse città americane rivendicano la sua paternità ma alcuni eventi chiave ne segnarono la diffusione.
In particolare, nel 1904, durante la Fiera Mondiale di St. Louis, gli hamburger vennero serviti in modo massiccio, attirando l'attenzione del pubblico. La combinazione di carne tritata e pane si rivelò un'idea vincente, e le vendite iniziarono a decollare.
Negli anni '20, il nostro protagonista iniziò a diventare un simbolo della cultura del fast food. Con l'apertura di ristoranti come White Castle nel 1921, la pietanza divenne accessibile a un pubblico più vasto, che potevano gustarla a prezzi ridotti. Inoltre, il ristorante, introdusse una grande innovazione nel settore, creando un modello di business che prevedeva la produzione in serie di hamburger, rendendo il piatto ancora più popolare.
Negli anni '50, si assistette alla diffusione esponenziale dei fast food, con l'apertura di catene i cui brand esistono ancora oggi, come McDonald's e Burger King. Questi ristoranti non solo standardizzarono la preparazione degli hamburger, ma crearono anche un'esperienza di consumo rapida e conveniente, che si adattava al nuovo stile di vita americano.
Negli anni '80 e '90, la passione per l’antica “bistecca di Amburgo” si diffuse a livello globale, adattandosi ai gusti e alle tradizioni culinarie dei vari paesi. Oggi, come detto, esistono infinite varianti di hamburger, da quelli vegetariani a quelli gourmet, passando per reinterpretazioni regionali come il "teriyaki burger" in Giappone o il "poutine burger" in Canada.
In tutti questi anni, quando ci riferiamo all’hamburger non parliamo unicamente di una pietanza, occupando un posto di rilievo nella cultura popolare. È protagonista infatti di film, canzoni e opere d'arte, diventando un simbolo della cultura americana, la cui notorietà ha varcato i confini nazionali, basti pensare ai famosi “paninari” italiani. Le pellicole che ne hanno consacrato la sua incredibile unicità sono certamente "Pulp Fiction" di Quentin Tarantino, con l’iconico dialogo tra John Travolta e Samuel L. Jackson sulle differenze tra gli USA e l’Europa, e "The Founder", il film sulla storia del fondatore di McDonald’s, che hanno messo in luce la storia e l'impatto culturale degli hamburger, contribuendo a consolidarne la fama.
Un hamburger tradizionale è composto da un medaglione di carne di manzo, generalmente servito tra due fette di pane. Gli ingredienti principali sono quelli che conosciamo tutti.
Si parte ovviamente dalla carne di manzo, macinata secondo i gusti e formata in un medaglione e dal pane, il classico bun, che può variare in consistenza e sapore, con una particolare preferenza per quello guarnito con semi di sesamo. Rimanendo nell’ambito delle proteine animali, uno degli hamburger più venduti è sicuramente quello con il bacon, le famosissime strisce di pancetta di maiale, grigliate e croccanti, protagoniste anche delle colazioni made in USA.
I condimenti più diffusi sono certamente il ketchup, la senape e la maionese, ma esistono innumerevoli salse, molte delle quali realizzate appositamente dai ristoranti, con la classica ricetta segreta, il vero plus di alcuni menù.
Non mancano le verdure, come lattuga, pomodoro, cipolla e cetriolini e negli Stati Uniti particolarmente diffusa è anche l’insalata di cavolo o l’avocado.
Il tocco finale è il formaggio cheddar fuso, creando quello che può essere considerato il panino più consumato al Mondo, ovvero il cheeseburger.
In linea generale, la preparazione dell'hamburger può variare a seconda delle preferenze personali, con metodi di cottura che spaziano dalla griglia alla padella, ma anche con scelte differenti per quel che riguarda la carne, con l’introduzione del pollo o del tacchino.
Come dicevamo, nel corso degli anni, l'hamburger ha subito numerose reinterpretazioni. Ogni paese ha aggiunto il proprio tocco, creando una vasta gamma di varianti. Oltre al già citato cheeseburger e al bacon cheeseburger, ha preso molto piede il veggie burger, la versione vegetariana, fatta con legumi, cereali o verdure, in linea con le nuove abitudini di consumo e la crescita del movimento vegetariano e vegano che ha portato alla creazione di menù vegan per chi segue questo tipo di alimentazione.
A questi si aggiungono i burgers etnici, che combinano la versione tradizionale con le ricette e gli ingredienti di culture diverse e in ogni Paese si può gustare l’iconica pietanza nello stile locale, in particolare per quanto riguarda la scelta della carne e delle salse, come ad esempio l’hamburger di agnello con il curry indiano.
Infine, troviamo gli hamburger gourmet, ricette sofisticate che utilizzano ingredienti di alta qualità e mix innovativi, che hanno modificato completamente il modo di intendere un panino, da semplice pasto da fast food a piatto che rappresenta tutto l’estro e la creatività di molti chef di fama mondiale.